nobilitasti sì, che'l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
[...]
Qui se' a noi meridiano face
di caritate, e giuso, intra i mortali,
se' di speranza fontana vivace.
(Dante Alighieri, Paradiso XXXII, 4-6)
Tu se' colei che l'umana natura
nobilitasti sì, che'l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura. [...] Qui se' a noi meridiano face di caritate, e giuso, intra i mortali, se' di speranza fontana vivace. (Dante Alighieri, Paradiso XXXII, 4-6)
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Tu lascerai ogni cosa diletta
più caramente; e questo è quello strale che l'arco dello esilio pria saetta. Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle lo scender e'l salir per l'altrui calle. (Dante Alighieri, Paradiso XVII 55-60) La gloria di colui che tutto move
per l'universo penetra e risplende in una parte più e meno altrove. Nel ciel che più della sua luce prende fu'io e vidi cose che ridire nè sa nè può chi di là su discende: perchè appressando sè al suo disire, nostro intelletto si profonda tanto, che dietro la memoria non può ire. (Dante, Paradiso I, 1-9) Sì come dice lo filosofo nel principio de la prima filosofia, tutti gli uomini naturalmente desiderano di sapere. La ragione di che puote essere ed è che ciascuna cosa, da providenza di prima natura impinta, è inclinabile a la sua propria perfezione: onde, acciò che la scienza è ultima perfezione de la nostra anima, ne la quale sta la nostra ultima felicitade, tutti naturalmente al suo desiderio, semo subietti.
(Dante Alighieri, dal Convivio) <<Ricordati di me che son la Pia:
Siena mi fè, disfecemi maremma: salsi colui che' nnannelata pria disposando m'avea con la sua gemma >>- (Purgatorio, Canto V, 133-136) Io mi volsi ver lui e guardail fiso:
biondo era e bello e di gentile aspetto, ma l'un de' cigli un colpo avea diviso. [...] Poi sorridendo disse:<<Io son Manfredi, nepote di Costanza Imperadrice; (Purgatorio, canto III, 106-108) <<Se nuova legge non ti toglie
memoria o uso all'amoroso canto che mi solea quetar tutte mie voglie, di ciò ti piaccia consolare alquanto l'anima mia, che, con la mia persona venendo qui, è affannata tanto!>> <<Amor che ne la mente mi ragiona>> cominciò elli allor sì dolcemente che la dolcezza ancor dentro mi sona>> (Purgatorio, canto II, 106-114) Per correr migliori acque alza le vele
omai la navicella del mio ingegno, che lascia dietro a se mar sì crudele; e canterò del secondo regno dove l'umano spirto si purga e di salire al ciel diventa degno. (Purgatorio, canto I, 1-6) <<O frati>>, dissi, <<che per cento milia
perigli siete giunti all'occidente a questa tanto piccola vigilia de' nostri sensi là è del rimanente, non vogliate negar l'esperienza, di retro al sol, del mondo sanza gente considerate la vostra semenza : fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza>> (Canto XXVI, 112-120, Inferno) Godi, Fiorenza, poi che sè si grande,
che per mare e per terra batti l'ali, e per lo inferno tuo nome si spande! (Canto XXVI 1-3) |